UN SUONO PER LA COMUNITÀ
Nella ”Lettera alla comunità”, pubblicata una settimana fa circa, già esprimevo la sensazione che la nostra vita comune è ridotta al lumicino, con particolare riferimento alle restrizioni circa gli assembramenti di ogni tipo, sia essi sociali che religiosi. Il nuovo decreto contenente la normativa indicazione a ”stare in casa” per interrompere il più possibile il contagio, ci priva ora quasi totalmente della nostra vita sociale. Tutto passa attraverso altri strumenti, peraltro già abbondantemente utilizzati anche in tempi non sospetti, allora a volte sostitutivi del nostro incontrarci.
Ora sentiamo la mancanza della vita comune, quella caratterizzata dal nostro semplice sostare sui marciapiedi per raccontarci, quella del conviviale ritrovarsi a cena con gli amici, quella della celebrazione della propria appartenenza religiosa, quella dell’aggregazione dell’oratorio o dello sport.
Non possiamo rassegnarci al momento, né assuefarci a una situazione che indiscutibilmente cambierà alcune delle nostre abitudini ma non può generare abitudini (e per certi versi comodità) solo ”social”.
C’è un suono, riconosciuto da tutti, anche se a volte assordante per chi abita vicino, che richiama alla vita comune. Certo, è il richiamo di una fede, ma è sempre indicatore di una comunità che vive in un determinato territorio. E’ il suono delle campane.
Per non dimenticare chi siamo, per non abbatterci in questo momento di ”transizione”, per dire ”grazie” alle innumerevoli persone che, in diversi modi stanno operando per il bene comune, dagli ospedali ai servizi locali e territoriali, dai commercianti ai volontari, da chi è aperto per sostenerci nei nostri bisogni primari a chi ha chiuso per proteggere la nostra salute…, insomma: per desiderare con tutte le nostre forze il ritorno alla vita sociale e religiosa che è sinonimo di appartenenza a una chiesa, a un paese, all’umanità
ogni giorno alle ore 19,00, suoneranno le campane a festa
E’ l’ora della memoria
Ciascuno la celebri come il cuore suggerirà, con la preghiera, con una telefonata a un amico, con un messaggio sulla finestra di casa… per ricordare perché siamo e per chi siamo
Buona attesa e buona memoria
don Virginio
Pubblicato il 12 Marzo 2020