SETTIMANA SANTA
SCARICA QUI IL TESTO DELLA PREGHIERA IN FAMIGLIA PER IL TRIDUO PASQUALE
L’antifonario per il Triduo è visionabile e scaricabile a questo link (si potrà eseguire anche un copia-incolla, per renderlo idoneo alla propria disponibilità di stampa cartacea)
Ecco gli appuntamenti che saranno celebrati senza concorso di popolo, nella nostra chiesa. Le celebrazioni saranno sempre alle ore 18.00, e saranno in diretta web:
domenica delle Palme, 5 aprile: celebriamo l’ingresso di Gesù nella sua Passione
lunedì santo, 6 aprile: S. Messa al Cimitero alle ore 10,30 per tutti i defunti per i quali non abbiamo potuto celebrare il rito delle esequie
giovedì santo, 9 aprile: Messa nella Cena del Signore
venerdì santo, 10 aprile: celebrazione della Passione
sabato santo, 11 aprile: Pasqua di Resurrezione
domenica di Resurrezione, 12 aprile: S. Messa solenne di Resurrezione
La casa sarà il cenacolo. Entriamo decisamente nel mistero della nostra fede: la passione, la morte e la resurrezione di Gesù di Nazaret che è Dio. Sappiamo che queste celebrazioni si svolgeranno in chiesa parrocchiale senza popolo. Saranno trasmesse in diretta streaming, se la connessione “reggerà”, visto il “traffico” attuale. Ma non sarà la stessa cosa.
L’invito di Gesù è chiaro: “Voi sapete che fra due giorni è Pasqua” (Mt 26,1-2) e i discepoli, accogliendo il desiderio di Gesù pongono la domanda:
”Dove vuoi che prepariamo per celebrare la Pasqua?”
(Mt 26,17)
Dunque la Pasqua non la si assiste, la si celebra e quindi ci si prepara. Questa ”emergenza” è occasione perché ”emerga” il popolo di Dio come soggetto vivo della fede, non come soggetto passivo, che assiste a un rito. Allora celebriamo la Pasqua, come il popolo di Israele che l’ha celebrata in un contesto non favorevole.
Prepariamoci dunque a celebrare la Pasqua.
La chiesa-edificio sarà la famiglia, la casa nella quale viviamo ogni giorno. La chiesa-popolo di Dio saranno tutti i credenti che si riuniranno, in tempi e luoghi diversi, per pregare il Signore Risorto e per consegnare nelle sue mani le nostre speranze, i nostri desideri, per noi e per tutti.
Il rito che celebriamo, in quanto battezzati, sarà “memoriale” esattamente come le celebrazioni sacramentali, l’Eucaristia. Attraverso gesti, simboli, parole, potremo realmente vivere e celebrare la fede, nella forma che già conosciamo che è quella di una comunità orante, che prega insieme il suo Signore.
E, ne siamo certi, la Pasqua verrà! Come ogni anno, nello stesso modo: ci sarà donato il pane, l’amore della croce e la vita, quella eterna, anche a tutti i nostri cari che non sono più con noi (non è retorica: è l’atto di fede più puro e umano che possiamo fare…).
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LA SETTIMANA SANTA
Nel fluire del tempo, la Chiesa celebra il Triduo Pasquale della passione, morte e risurrezione di Cristo, quale culmine di tutto l’anno liturgico, che illumina il senso di tutta la nostra vita cristiana.
Portale d’accesso a questi giorni santi è la celebrazione vespertina del Giovedì santo che commemora l’Ultima Cena, nel segno di una vita esposta, donata e consegnata: l’amore si fa servizio e dono, nel gesto di un Dio in ginocchio davanti agli uomini per lavare loro i piedi, e nel simbolo di un pane spezzato e del vino versato, profezia della consegna totale della vita.
La liturgia del Venerdì santo sosta sul mistero della morte di Cristo e trova il suo centro nella Croce, strumento di morte, diventato luogo luminoso, in cui la gloria di Dio si manifesta nella debolezza mortale di un amore vissuto sino alla fine.
Nel Sabato santo, la Chiesa contempla il “riposo” di Cristo nella tomba: è il silenzio sospeso dell’attesa, della speranza contro ogni speranza, perché «questa non è notte, | se donne in segreto preparano aromi, | se le piante mettono | gemme di luce, | se gonfia è la terra | di luce sepolta, | in attesa dell’alba» (D. M. Montagna). Così la Veglia pasquale fa risuonare di nuovo l’Alleluia, nella luce del Cristo risorto, centro e fine del cosmo e della storia.
«A volte il buio della notte sembra penetrare nell’anima; a volte pensiamo: “ormai non c’è più nulla da fare”, e il cuore non trova più la forza di amare… Ma proprio in quel buio Cristo accende il fuoco dell’amore di Dio: un bagliore rompe l’oscurità e annuncia un nuovo inizio, qualcosa incomincia nel buio più profondo. Noi sappiamo che la notte è “più notte”, è più buia poco prima che incominci il giorno. Ma proprio in quel buio è Cristo che vince e che accende il fuoco dell’amore. La pietra del dolore è ribaltata lasciando spazio alla speranza. Ecco il grande mistero della Pasqua! In questa santa notte la Chiesa ci consegna la luce del Risorto, perché in noi non ci sia il rimpianto di chi dice “ormai…”, ma la speranza di chi si apre a un presente pieno di futuro: Cristo ha vinto la morte, e noi con Lui. La nostra vita non finisce davanti alla pietra di un sepolcro, la nostra vita va oltre con la speranza in Cristo che è risorto proprio da quel sepolcro. Come cristiani siamo chiamati ad essere sentinelle del mattino, che sanno scorgere i segni del Risorto, come hanno fatto le donne e i discepoli accorsi al sepolcro all’alba del primo giorno della settimana» (papa Francesco).
Pubblicato il 25 Marzo 2020