SOLENNITA’ DI CRISTO RE

SOLENNITA’ DI CRISTO RE

8 Novembre 2020 Gv 18,33c-37

8 Novembre 2020 Gv 18,33c-37

Siamo sempre tentati – ma forse non è una tentazione bensì un bisogno interiore – di porci al centro per essere visti considerati, notati… abbiamo bisogno di ”avere una posizione” nella vita, anche chi afferma il contrario, nella profondità del suo cuore questo bisogno non lo abbandona… Anche nelle relazioni ”alla pari”, a volte anche quelle tra amici, c’è sempre l’impercettibile necessità che il proprio pensiero, la propria idea, sia considerata più di quella degli altri.

E non sappiamo fare a meno del ”controllo” delle situazioni, della realtà, a volte degli altri, soprattutto in contesto educativo… in particolare oggi siamo angosciati di non poter disporre del nostro futuro ma – i fatti parlano – nemmeno del nostro presente.

Nel vangelo di oggi, mi piace immaginare Gesù nel mezzo, tra Pilato e la folla, tra i suoi che non vedono l’ora di eliminarlo e quelli che un po’ timidamente vorrebbero difenderlo, tra i credenti e i non credenti, tra gli zelanti e i contestatori, tra i pacifisti e i rivoluzionari. E’ semplicemente uno stare, un esserci dentro le vicende di questo mondo. In profondità.

E in questo stare dentro il mondo, Gesù si consegna. Non getta la spugna, non abbandona né si arrende alla sconfitta: liberamente si consegna. Dove l’atto del consegnarsi è decisamente libero perché voluto. Ciò che impedisce di essere confuso con la sconfitta è che questo consegnarsi ha la caratteristica del dono: ”io sono tuo”, sembra che dica Gesù, per manifestarti il mio amore non ti do qualcosa, pur preziosa, ma ti consegno/dono me stesso.

Celebriamo così questa festa di Cristo Re, oggi, nel contesto di una emergenza senza fine, con la paura – anche un poco giustificata – che sta isolandoci sempre più, con lo sguardo a volte più ripiegato su di se…

CHIAMATI A STARE NEL MEZZO

Nel mezzo di questo mondo, di queste vicende umane così complicate e angoscianti, nel mezzo della sofferenza, del dolore e anche della morte, nel mezzo della crisi economica che attanaglia il cuore di molte famiglie, nel mezzo di una sospensione della vita sociale che ci fa sentire la fatica di non sapere più come educare, come comunicare il vangelo della speranza. Ma – lo sappiamo – Dio si farà carne anche in questo Natale del 2020 e già domenica inizieremo a preparargli la via. Ancora vuole stare nel mezzo dell’umanità.

CHIAMATI A DONARE

Ma il nostro non può essere uno ”stare” inoperoso, immobile. Siamo chiamati a donare, a consegnarci come ha fatto Gesù, senza considerare come determinante la nostra ”posizione sociale”. La consegna libera e decisa che è dono non prevede gradi di importanza: dal comune battezzato al Papa, da chi è in corsia tutto il giorno a chi di notte pulisce le vie delle città (per fare solo due esempi). Il dono è una possibilità di tutti e per tutti. Il dono è espressione dell’amore, anzi il vero potere: amare senza misura e senza riserve. E’ il potere di Gesù: ”Io sono Re, si! Io comando, si! Comando l’amore, non altro”. Doniamo tempo, soldi, cibo, vestiti… ma doniamo anche coraggio e speranza, perché il grido di San Giovanni Paolo II: ”Non abbiate paura!” sia il proclama regale più incisivo di tutti gli altri.

LA CARITAS NON E’ UN OPTIONAL

Per questo oggi celebriamo la Carità (che è molto di più della Caritas). Per coloro che credono all’amore di Gesù e stanno nel mezzo di questo mondo, la Carità non può essere opzionale bensì una tensione dell’animo quotidiana, costante, decisiva. La Caritas è lo strumento pratico e visibile della Carità. Per questo la celebriamo: per alimentare in ciascuno il desiderio di stare dentro questo nostro presente, nel mezzo, con tutte le fatiche e le paure e le incertezze… e proprio dall’interno di questo mondo consegnare l’amore di Dio, restituendo la dignità ad ogni essere umano.

Viva il Re! ma decisamente questo Re… Gesù di Nazaret.

Pubblicato il 7 Novembre 2020


RINNOVO CONSIGLIO PASTORALE