OMELIE della QUARESIMA 2021

OMELIE della QUARESIMA 2021

PRIMA DOMENICA: LE TENTAZIONI

Perché ”che meraviglia…”? Che cosa c’è di meraviglioso nell’intraprendere un cammino di penitenza, di preghiera, di digiuni e privazioni? Più in profondità: che cosa vogliamo dimostrare e soprattutto a chi vogliamo dimostrare? Che senso ha fare ”sacrifici” se non nella risposta a un amore ricevuto gratis e senza condizioni?

Abbiamo maturato – da secoli – la convinzione che il cammino quaresimale, che conserva indubbiamente il suo carattere penitenziale, sia essenzialmente un tempo di privazioni con lo scopo di ”saggiare”, di mettere alla prova la nostra capacità di affidarci al Signore, di fare qualcosa per lui, di sentirci bene alimentando un poco – ne abbiamo bisogno tutti, a dire il vero – la nostra ”autostima religiosa”.

Non è così! La vita cristiana non può essere ”una tantum”. Essa è uno ”stile” di vita quotidiano: ciò significa che la relazione tra Dio e l’uomo, realizzata nella persona di Gesù, è apprezzabile, desiderabile, affascinante, unica, originale… ecco: meravigliosa.

Ben venga allora questa quaresima ad indicarci la meraviglia del dono che Dio ci ha fatto e confermato dallo stesso Gesù, che decide di dare la vita per amore: crocifisso e risorto. Risorto: non è meraviglioso questo? Ce lo dimentichiamo perché siamo – come è naturale – attaccanti alla vita, a questa vita terrena, perché non sappiamo cosa accadrà dopo. Si, ci crediamo, ma la vita attuale è almeno evidente, quella futura… mah… 

Percorriamo allora questo itinerario di meraviglia, per tornare nuovamente a stupirci dell’amore di Dio, per non lasciarci offuscare la coscienza dai drammi che stringono i cuori.

Oggi vogliamo stupirci nella riconoscenza. 

Riconosciamo Gesù nell’amore che perdona

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità. Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro (Salmo 50).

Ci siamo già imbattuti nella concretezza della clemenza di Dio la scorsa domenica. Oggi abbiamo pregato con il salmo 50. L’autore di questa preghiera elenca la condizione umana: iniquità, colpa, peccato”Contro te, Signore, solo ho peccato”

Ma l’esperienza stupefacente dell’amore lo coinvolge a tal punto da rimettere la sua vita nelle mani del Signore: misericordia, sapienza, perdono… sono le parole dello stupore.

Soffermiamoci sulle parole che rivelano il volto di Dio misericordioso, ”lento all’ira e ricco di grazia” per stupirci e riconoscere e credere nell’amore ”gratis” che perdona. Forse riusciremo a vivere con più coraggio anche la confessione, non saremo senza parole, non inizieremo sempre ”non so cosa dire”… ma come? non conosci l’amore di Dio? Parti da qui…

Riconosciamo Gesù nel deserto delle tentazioni

”Il Signore Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo… per quaranta giorni e quaranta notti…” (Vangelo).

La parola delle tentazioni suscita in noi disagio. Ne avvertiamo il fascino, ne comprendiamo la ”pericolosità”, soprattutto perché ne percepiamo le conseguenze spesso favorevoli. 

”L’unico modo per liberarsi da una tentazione e cedervi” (Oscar Wilde). Due sono le forze in conflitto: lo Spirito, che conduce Gesù nel deserto che è ciò che ci identifica come persone (essere spirituale) e l’attrazione, il fascino del proibito, che contraddice la nostra umanità.

Il fascino del proibito ha come contenuto l’autosufficienza, il potere e la gloria del mondo, fino all’estrema provocazione di mettere le mani “su Dio”, di ”sostituirsi” a Dio..

Incontriamo e contempliamo Gesù tentato dalla necessità – “ebbe fame” dal potere, dalla gloria del mondo. E’ messo alla prova, esattamente come lo sarà nella  preghiera del Getsemani. E’ chiamato anche lui come noi a intraprendere un cammino, che deve sfociare in una decisione del cuore e della volontà: riconoscere la volontà del Padre come unico assoluto e fedele

Che meraviglia riconoscere un Dio così… umano, un Dio che passa esattamente come noi nei labirinti della prova, del dolore, della disperazione fino alla percezione di essere abbandonati dal Padre (perchè mi hai abbandonato?).

Che meraviglia riconoscere in Gesù la possibilità di rimanere fedeli alla volontà del Padre e alla sua Parola. 

Rileggiamo allora questo vangelo delle tentazioni soffermandoci sulle risposte di Gesù. E’ questo Gesù che che va riconosciuto: nelle sue risposte, nelle sue scelte non si celebra una vittoria di chissà quale entità ma si manifesta la nostra più profonda umanità, capace di ascolto di Dio – la Parola, capace di fidarsi di Dio – non mettere alla prova Dio, capace di lodare Dio perché è lui fedele a noi, prima di noi e davanti a noi.

PER LA RICONCILIAZIONE

  1. quali tentazioni di autosufficienza, di potere e di gloria subisco nella mia vita?
  2. le risposte di Gesù alle tentazioni, cioè l’invito ad ascoltare la Parola di Dio e ad aprirmi alla lode di Dio per vincere le tentazioni di autosufficienza, di potere e di gloria, mi incoraggiano (”grazie alla Sua fedeltà e alla sua grazia, ce la posso fare anch’io”) o mi abbattono maggiormente (”no, non sono capace, non ce la posso fare, non sono mica Dio…”)?

SECONDA DOMENICA: LA SAMARITANA

Gesù e questa donna Samaritana casualmente si incontrano. O forse non proprio casualmente: fa parte della vita perché non viviamo sotto una campana di vetro, neppure in questo tempo nel quale la distanza ci affligge. Chi vive si incontra necessariamente. Ne avvertiamo il bisogno, sappiamo di essere fatti per incontrare ed essere incontrati. Nulla può sostituire questo processo propriamente umano. A volte l’incontro diventa “scontro” ma anch’esso, se attraversato dal cuore benevolo e consapevole della nostra comune fallibilità, può diventare prezioso momento di relazione e di conoscenza.

Dal vangelo…

  • una condizione della vita: la stanchezza
  • un bisogno semplice: l’acqua
  • una possibilità concreta: il pozzo

Ma tutto questo è insufficiente per realizzare la nostra vita. Nessun bene, nessuna fortuna, nessuno strumento può toglierci la bellezza misteriosa e affascinante della ricerca in profondità, in quel pozzo “profondo” che è il nostro cuore. Gesù invita a scegliere, sempre, la profondità della vita, la verità – vedremo domenica prossima – ma non lo fa solo ed esclusivamente attraverso la legge bensì attraverso l’incontro, desiderandolo, provocandolo, non lasciandolo in balia del caso. Per questo Gesù si rivolge alla donna con la domanda.

“Dammi da bere”

Gesù ha sete, ma non è la fatica del viaggio né il bisogno di acqua a motivare la richiesta. La situazione diventa occasione e pretesto per raggiungere l’altro, per incontrarlo. Un incontro che parte certamente dalla superficie ma scende in profondità: chiamante (Gesù) e chiamato (la donna) si sintonizzano e si incontrano veramente – un incontro vero, non di facciata, non giudicante… – ma ciascuno facendo la propria parte. Soprattutto la donna Samaritana – è in buona compagnia: Zaccheo, il ladro in croce, il figlio prodigo, l’apostolo Pietro…accetta di incontrare Gesù e di essere ricondotta a lui che è la verità di ogni incontro: il dono di Dio. E’ quel straordinario percorso penitenziale/quaresimale che ci invita a riconoscere il peccato e a riaffidarci al Signore.

«Se tu conoscessi il mistero che c’è dentro questo incontro, l’incontro da Dio e l’uomo, chiederesti tu l’acqua viva, cioè lo Spirito che è già dentro di noi e che dona la vita eterna, perché ci fa figli di Dio». Gesù trasmette questo messaggio attraverso il simbolo dell’acqua, perché questa è vitale: senz’acqua si muore; non solo, ma l’acqua è entrata a indicare cose più profonde: l’avere sete indica il desiderio di vita.

Incontriamo Gesù nei nostri desideri più profondi e misteriosi, come ci ha suggerito San Giovanni Paolo II nella memorabile veglia di Tor Vergata, nell’agosto del 2000:

In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. E’ Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna.

PER LA RICONCILIAZIONE

  1. In questo cammino quaresimale interrogo il mio desiderio: voglio incontrare Gesù? Voglio sperimentare la sua umanità? Così si esprime San Paolo, in Fil 2,1-11: “Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù…”.
  2. Quali sono le mie risorse, i miei talenti, i miei punti di forza che mi spingono a incontrare il Signore, sia a livello personale che comunitario?
  3. Quali sono i miei limiti, le mie resistenze, le mie paure, che mi allontanano dall’incontro intimo e affettuoso con Gesù?

TERZA DOMENICA: ABRAMO

In questa domenica c’è in gioco la libertà. E scusate se è poco! E la libertà evangelica è molto di più che assenza di schiavitù (fare ciò che voglio). Dio non ci vuole suoi servi o suoi schiavi… (una distorsione della fede, pensare che Dio ci voglia ai suoi piedi). 

La libertà evangelica è apertura, non chiusura; è orizzonte, non confine; è cammino, non traguardo; è connessione, non separazione.

Gesù avverte con chiarezza: i veri discepoli ascoltano la sua Parola perché ne riconoscono la profondità, perché la onorano come verità, una verità che è corrispondente alla nostra umanità, è una Parola che non è contro di noi. Per questo è libertà

E’ contro di noi, forse, la misericordia, il perdono? E’ contro di noi l’accoglienza? E’ contro di noi la cura? Certo: se penso alla misericordia, al perdono, all’accoglienza, alla cura, come a qualcosa che io devo fare verso gli altri, posso essere tratto in inganno, così da giudicare la Parola di Gesù come un vincolo, un obbligo… 

Invece sono ”io” che ho bisogno di misericordia, perdono, accoglienza, cura, amore… Questo, e solamente questo fa la parola del Signore per me. E se comprendo che questo fa il Signore per me, sono in grado di farlo io per gli altri.

Di più: il Signore Gesù ci invita in questo vangelo a stupirci di un capovolgimento sostanziale nella vita credente. La discendenza dal popolo eletto, le sicurezze della tradizione religiosa – Gesù parla con i Giudei – sono schiavitù se non corredate da un ascolto attivo e vero della sua persona, la sua Paola. Perché è lui quel Dio ”in carne ed ossa” a cui più o meno tutti diciamo di credere, ma quando si tratta di arrivare al dunque e di trasformare la vita, cediamo un po’ il passo perché ci accorgiamo che in gioco non c’è una ideologia ma esattamente la vita, e non una qualunque, né quella degli altri, ma la mia. E’ il brivido della libertà consapevole.

Il cammino di libertà inizia allora da uno svuotamento, un abbassamento, in greco ”kenosi”, ciò che ha compiuto Gesù, nella sua libera scelta di consegnarsi all’amore della croce. Anche a noi è chiesto questo svuotamento, perché Gesù non vuole dietro a sé teorici della religione ma veri discepoli che sanno fare dono di se stessi, sulla sua Parola: ”come ho fatto io, così fate anche voi”.

E’ una meraviglia ascoltarti, Signore, perché mi riveli chi sono e a che cosa sono chiamato

E’ meraviglioso ascoltarti, Signore, perché se faccio spazio alla tua Parola, divento consapevole della mia fragilità e imperfezione, certo, ma grazie a Te, sono elevato alla tua stessa vita divina

E’ una meraviglia ascoltarti, Signore, perché più ti ascolto più mi rassereno: non ho tradizioni da difendere, riti da compiere senza cuore  ma un amore da sperimentare.

Si racconta di quel discepolo che chiese al Maestro un metodo per conoscere il mistero della vita, della felicità, dell’amore… il Maestro prese una tazza e iniziò a versarvi il the ancora caldo. Quando il the cominciò ad uscire dalla tazza, il discepolo cercò di fermarlo ma il Maestro continuò… sotto lo sguardo stupito del discepolo disse: ”Vedi questa tazza? E’ come il tuo cuore, pieno dei tuoi ragionamenti, delle tue certezze, delle tue dimostrazioni. Qualunque cosa ti dirò sulla vita, sulla felicità, sull’amore…, verrà dispersa e buttata. Devi prima svuotarti delle tue certezze e  dei tuoi ragionamenti per fare spazio ed accogliere la Parola della vita”.

Questa settimana chiedi la grazia di fare spazio alla Parola di Gesù, quella del Vangelo, affidabile, liberante, misura anzitutto del tuo agire. 

PER LA RICONCILIAZIONE

  • di quali comodità/certezze devo liberarmi per fare spazio alla Parola di Gesù? 
  • quale Parola è per me più difficile da vivere, da mettere in pratica? 
  • Quanto tempo quotidiano voglio dare al Vangelo, accogliendolo ogni giorno attraverso la lettura e la preghiera?

Pubblicato il 6 Marzo 2021