NATALE NELLA NOTTE

NATALE NELLA NOTTE

25 Dicembre 2019 Prologo di Giovanni (1,1-18)

25 Dicembre 2019 Prologo di Giovanni (1,1-18)

NATALE: LA FOLLIA DI DIO

Chi è il folle? Non colui che è pazzo o malato di mente. Bensì colui che concepisce e compie un avvenimento con temerarietà e con coraggio. Celebriamo questa notte la follia di Dio.

Dio è folle perché non si accontenta d’essere Dio. Non gli manca nulla, non è privo di nulla, tutto gli appartiene, tutto possiede, è il principio del principio, è da sempre, non ha tempo, non ha storia. “Il Verbo è Dio, è presso Dio”. Più di così… Ma non si accontenta di questo tutto.

LA FOLLIA DEL DESIDERIO

“Egli era la vita e la luce per gli uomini”. Non possiamo fare a meno della vita e della luce. Ed è proprio questo che Dio vuole, intensamente, per quell’uomo creato che ha disobbedito e si è sostituito a Lui, si è messo a fare il creatore. Il desiderio di Dio, immutato e immutabile da sempre, è quello di consegnare la sua vita e la sua luce allo stesso uomo che in principio l’ha rifiutato e ha scelto di “essere come Dio, conoscendo il bene e il male”, diventando vita e luce di se stesso. “… le tenebre non hanno accolto la luce… il mondo non lo riconobbe… i suoi non l’hanno accolto”. Nonostante tutto, questo Dio, arde sempre del desiderio di essere la vita e la luce per tutti.

SIATE FOLLI: non gettiamo la spugna di fronte alle miserie e contraddizioni di questo nostro tempo. Non rinunciamo a manifestare l’amore, anche se appare sconfitto dall’odio, dall’indifferenza, dall’egoismo. Non deleghiamo ad altri il servizio al vangelo. Non rinunciamo alla solidarietà in nome di un utile tornaconto economico. Non smettiamo di dedicarci alla vita che cresce, ai piccoli che si affacciamo alla vita, anche se è un mondo difficile, anche se si ha quasi paura a generare figli, anche se temiamo il futuro.

Appariremo dei folli agli occhi dei ricchi, degli egoisti, di coloro che vivono di calcoli, di ricavi e di guadagni… ma avremo dato carne visibile a questo desiderio di Dio.

LA FOLLIA DELL’ABBASSAMENTO

“E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Colui che non ha storia, che non ha divenire, che non ha nascita né una crescita né tantomeno una fine, si è fatto storia, è entrato nel tempo umano, quello che prevede un inizio, una crescita, una fine. Quale Dio perde tutto ciò che è nella sua natura, per ottenere poco e per di più nella drammaticità del limite dell’esistere umano? Quale Dio sceglie di togliersi i “panni da Dio” e indossare quelli umani? (potessimo noi vivere una settimana da Dio…). Quale Dio si fa carne ed abita fra gli umani, fra coloro che lo hanno pure rifiutato e – noi sappiamo – ucciso?

SIATE FOLLI: rinunciamo decisamente alla mentalità di questo mondo che vede spesso nell’auto-centratura su se stessi l’unica divinità alla quale vale la pena inchinarsi. Trasformiamo il tornaconto personale in un conto che torna a favore dell’uomo. Viviamo l’umiltà che non è per nessuna ragione una umanità di ultimo livello. Viviamo l’umiltà come rinuncia a un potere che vuole prevaricare sugli altri – in tutte le sue forme, dal pensiero, all’agire, al divertimento, al tempo libero… – a favore di un potere inteso come possibilità, quella dell’amore nella forma del dono puro (perché questa è l’unica ragione che giustifichi l’abbassamento di Dio: il puro amore).

Appariremo dei folli agli occhi dei potenti, di quelli che contano, di quelli che si ritengono sempre “più” degli altri, di quelli che ti guardano dall’alto in basso…  ma avremo dato carne visibile all’umiltà di Dio.

LA FOLLIA DELLA GRAZIA

“…ci ha dato il potere di diventare figli di Dio…”. Colui che arde follemente dal desiderio di essere la vita e la luce per gli uomini, colui che si fa storia nella nostra storia, ci premia al di sopra di ogni ragionevolezza. Quale Dio è così lucido da restituire, senza chiedere neppure gli interessi, la grazia delle origini, la grazia di essere figli? Quale Dio è così convinto di rinnovare la sua Paternità non una, non due… ma 70 volte 7, che equivale a dire, tutte le volte che l’uomo, spinto dal suo egocentrismo, la rifiuterà e la rinnegherà?

SIATE FOLLI: non crediamo che la nostra fragilità sia di ostacolo all’amore di Dio. Non rinunciamo a cercare strade creative per realizzare la nostra conversione, giorno dopo giorno, nel quotidiano della vita. Non rinneghiamo la possibilità di amare oltre ogni logica di giustizia, pensando erroneamente che rinnovare troppe volte il perdono ai fratelli sia segno di debolezza. Apriamo le porte dei cuori con la convinzione che a tutti è dato il potere di essere figli di Dio e non solo ad alcuni, a quelli bravi, coerenti, che non sbagliano mai.

Appariremo dei folli agli occhi dei “giusti”, dei forti, dei “perfetti”, di coloro che vivono senza sbagliarne una, ma avremo dato carne visibile alla gloria e all’amore di Dio.

E sarà sempre Natale, se questa follia di Dio – del desiderio, dell’abbassamento, della grazia – diventerà la nostra. Senza paura. Senza misura. Senza calcoli. Con la sola garanzia che è Dio il folle che si è fatto uno di noi. Scegliamo di farci come Lui. Allora sarà veramente sempre Natale. Buon Natale. Buona follia.

Pubblicato il 23 Dicembre 2019


RINNOVO CONSIGLIO PASTORALE