CIRCONCISIONE DEL SIGNORE
1 Gennaio 2020 Lc 2,18-21
1 Gennaio 2020 Lc 2,18-21
IL FAVORE DELLA BENEDIZIONE E DELLA PACE (1 gennaio 2020)
Te deum: Ti lodiamo Signore. E’ il canto che risuona l’ultimo giorno dell’anno, che esprime il ringraziamento per l’anno trascorso… “ringraziare”, parola impegnativa, sollecita il cuore non la forma. Che cosa si agita nel nostro cuore se per un attimo – ma solo per un attimo – guardiamo indietro? Che cosa riconosciamo? torti subiti o favori elargiti? esperienze di amore o di odio? occasioni benedicenti o maledicenti? Forse un po’ tutto questo… mai una sola delle due parti…
Dobbiamo però fare attenzione al giudizio che diamo al nostro passato, perché se il cuore riconoscesse solo il “negativo”, non sapremo uscire da quella “forma oscura” della gratitudine che in realtà, è la maschera di una sofferenza, di un disagio, di una tensione, di un conflitto. “Fare buon viso a cattiva sorte” non è il metodo di Dio. Il suo è il metodo della benevolenza, espresso dalla prima lettura, la benedizione di Mosè al popolo di Israele: “Il Signore faccia risplendere su di te il suo volto e di faccia grazia…, ti conceda pace”.
Ringraziare acquista il suo proprio significato. E’ sinonimo di restituzione, di riconsegna di ciò che si è ricevuto; indica il moto verso, la restituzione è sempre verso qualcuno, mai verso qualcosa; la “grazia” è favore ricevuto, senza alcun prezzo da pagare, dono, ricompensa… (da cui GRATIS, di pura grazia, senza prezzo). Oggi e nei giorni successivi che verranno, restituiamo a Dio ciò che per “grazia”, per dono, favore, gratis, ci ha donato.
Intitoliamo così questo tempo che sta sul crinale di una fine e di un inizio, e scandisce il conteggio degli anni (siamo nel 2020 “dopo Cristo”): RESTITUIAMO IL FAVORE.
Nei primi mesi dell’anno la liturgia ci invita a questo, attraverso le feste liturgiche che celebreremo: l’Epifania, le nozze di Cana, il Battesimo di Gesù… e poi ancora la festa della famiglia e della vita… tutti favori ricevuti da Dio gratis, in forza delle sua benevolenza verso di noi e da restituire gratis.
Il favore della benedizione e della pace (1° giorno dell’anno)
La benedizione che il Signore affida a Mosè e ad Aronne ci invita a uno sguardo di benedizione per l’anno passato e per quello che inizia che non è l’ottimismo di chi, illudendoci, vuole farci credere che tutto è andato bene o che tutto andrà bene. Non tutto è andato bene e non tutto andrà bene. Ma non possiamo lasciarci contagiare dalla cupezza dei visi. Vogliamo, desideriamo “dire-bene” di ciò che è stato e di ciò che sarà, di chi è entrato nella nostra vita, per caso o per scelta. Restituiamo il favore della benedizione attraverso lo sguardo benevolo di Dio. Come si fa?
E’ la consapevolezza che uno sguardo buono genera bontà, uno sguardo tenero genera tenerezza, uno sguardo benedicente genera benedizione, uno sguardo di fiducia genera fiducia nell’avvenire. Questo è il primo favore da restituire: è quel “dire-bene” che ci rasserena tutti e ci salva tutti, salva la creazione, salva la storia, salva (redime) il peccato… “Dio vide che (l’uomo creato) era cosa molto buona”. Non una restituzione formale, obbligatoria, dovuta, bensì gratuita – gratis – perché è nella gratuità che si mostra la benevolenza di Dio.
E sarà la pace. La vedremo finalmente in corso d’opera (se non proprio realizzata). Perché uno degli ostacoli ad essa è proprio l’assenza di gratuità, di umanità, di sguardo positivo e benedicente. Scrive così Papa Francesco: “La guerra, lo sappiamo, comincia spesso con l’insofferenza per la diversità dell’altro, che fomenta il desiderio di possesso e la volontà di dominio. Nasce nel cuore dell’uomo dall’egoismo e dalla superbia, dall’odio che induce a distruggere, a rinchiudere l’altro in un’immagine negativa, ad escluderlo e cancellarlo. La guerra si nutre di perversione delle relazioni, di ambizioni egemoniche, di abusi di potere, di paura dell’altro e della differenza vista come ostacolo; e nello stesso tempo alimenta tutto questo”.
Per questo usa parole di gratuità, nel dare il titolo a questa 53° giornata mondiale della pace: dialogo, riconciliazione, conversione ecologica. Il dialogo è composizione della memoria di ciò che ci accomuna, di ciò che ci rende simili, così come è stato nella creazione (l’uomo cercò un essere “simile”, che gli corrispondesse… perché oggi non è così?). La riconciliazione è cancellazione di un debito (e ciò è possibile solo se nel cuore portiamo la parola “gratis”). La conversione ecologica è uno sguardo ampio, di lunga distanza, sugli abitanti futuri di questa nostra terra; è la nostra ma anche la loro casa.
Iniziamo così questo nuovo anno, restituendo il favore della benedizione e della pace… e poi tutti gli altri che via via si susseguiranno. E’ un intenso programma di vita… e fra un anno tireremo le somme. Forse avremo delle belle sorprese. Positive, ne sono convinto.
Pubblicato il 4 Gennaio 2020