Progetto «DOMANI E’ GIA’ QUI»
Il progetto ”Domani è già qui” attinge da diversi testi, da intuizioni, da confronti con gente comune e con sacerdoti e durante una colazione al bar o un pranzo condiviso, ma anche dal cammino di chiesa in atto, dall’insistenza del Santo Padre che da rilievo a questo ”processo” di cambiamento, e forse da un semplice ma autentico desiderio di dare al Vangelo la sua dimensione più vera: quella di parlare alla vita degli uomini in ogni tempo e in ogni luogo.
- per questo non è già scritto, ma si scriverà facendolo
- per questo non è una nuova teoria di evangelizzazione, ma si realizzerà per tentativi ed esperienze
- per questo non è il soliloquio cattedratico di una singola persona, ma si comporrà di diversi contributi, soprattutto dalla gente comune.
Proprio da te
- che intuisci qualcosa ma non hai le parole per dirlo
- da te che ”ci credi” e non ti limiti alla messa della domenica
- da te che che non ti dai per vinto e ti metti in gioco anche quando le cose sembrano frammentarsi nella liquidità del quotidiano…
- ma anche da te che non credi e vorresti essere aiutato a farlo con più decisione
- da te che – per ragioni personali e plausibili – hai scelto di tenerti a distanza dalla vita ecclesiale ma ne hai ”nostalgia”…
Da dove si parte? Dalle parole del Santo Padre (sono solo alcune, semplice assaggio):
«Quella che stiamo vivendo non è semplicemente un’epoca di cambiamenti, ma è un cambiamento di epoca. Siamo, dunque, in uno di quei momenti nei quali i cambiamenti non sono più lineari, bensì epocali; costituiscono delle scelte che trasformano velocemente il modo di vivere, di relazionarsi, di comunicare ed elaborare il pensiero, di rapportarsi tra le generazioni umane e di comprendere e di vivere la fede e la scienza […] L’epoca nella quale era più semplice distinguere tra due versanti abbastanza definiti, un mondo cristiano da una parte e un mondo ancora da evangelizzare dall’altra, non esiste più. Le popolazioni che non hanno ancora ricevuto l’annuncio del Vangelo non vivono affatto soltanto nei Continenti non occidentali, ma dimorano dappertutto, specialmente nelle enormi concentrazioni urbane che richiedono esse stesse una specifica pastorale. Nelle grandi città abbiamo bisogno di altre “mappe”, di altri paradigmi, che ci aiutino a riposizionare i nostri modi di pensare e i nostri atteggiamenti: Fratelli e sorelle, non siamo nella cristianità, non più! Oggi non siamo più gli unici che producono cultura, né i primi, né i più ascoltati». (Papa Francesco, Messaggio di auguri alla curia romana, 21.12.2019)
«Nuove culture continuano a generarsi in queste enormi geografie umane dove il cristiano non suole più essere promotore o generatore di senso, ma che riceve da esse altri linguaggi, simboli, messaggi e paradigmi che offrono nuovi orientamenti di vita, spesso in contrasto con il Vangelo di Gesù. Una cultura inedita palpita e si progetta nella città. […] Ciò richiede di immaginare spazi di preghiera e di comunione con caratteristiche innovative, più attraenti e significative per le popolazioni urbane» (Evangelii Gaudium, n. 71).
Condivido alcune domande che hanno generato questo progetto:
- qual è il modello di riferimento che la chiesa utilizza da sempre nei cammini di educazione e di formazione nella fede? Il più delle volte è la forma del cosiddetto ”incontro di catechesi” o ”incontro formativo”, sia esso per bambini, adolescenti, giovani o adulti: giorno e orario stabiliti, in un ambiente della parrocchia o dell’oratorio.
- qual è lo strumento che usiamo per proporre un cammino di formazione/educazione cristiana? Gli avvisi (spesso anche con WhatsApp… sic!) durante le celebrazioni festive.
- quali sono i soggetti ”riconosciuti” per questo compito formativo? I preti e i religiosi sono sempre in testa alla classifica, poi vengono i catechisti e gli ”educatori”, poi…?
- da quanti anni (secoli?) questo è l’unico paradigma che ancora utilizziamo nella nostra educazione/formazione alla fede? Possiamo immaginarne un altro? A quali condizioni? Con quale investimento di energie e risorse umane?
Ovviamente non ho una risposta… ma questo è il bello: trovarle insieme. Se vuoi…
Altre considerazioni si possono trovare a questo link.
Ma fino a quando dobbiamo iscriverci? E’ giusto avere un termine, che non sia però vincolante, almeno per capire chi ci sta: diamo come prima scadenza NATALE 2022, perché l’Incarnazione di Dio ci aiuti e ci sostenga nel nostro incarnarci nella vita di questo presente, complesso ma mai complicato, luogo teologico della Rivelazione di Dio. All’inizio del nuovo anno proveremo ad incontrarci e a comunicarci le speranze che portiamo nei cuori… e chissà cosa lo Spirito ci indicherà. Ci lasceremo stupire…
don Virginio
“Chi passa la propria vita inseguendo il futuro è come colui che si illude di raggiungere l’orizzonte, senza rendersi conto che esso si allontanerà esattamente di un passo ad ogni passo che lui compirà nella sua direzione. L’uomo saggio invece non mira a raggiungere il futuro, in quanto è consapevole che esso si costruisce nel presente e che ci sarà sempre futuro fino a quando ci sarà un domani, in quanto oggi era il futuro di ieri e domani sarà già passato” (Xavier Wheel)
Pubblicato il 1 Maggio 2022