LAVORI IN CORSO…
Ancora? Ma non ne abbiamo già fatti abbastanza? Cosa c’è ancora da fare?
Se li dovessimo elencare sarebbero davvero molti: pensiamo all’interno della chiesa parrocchiale, al battistero (abbiamo relegato in un angolo quello antico…).
Basterebbe portare l’attenzione alla «casa del coadiutore», ormai in disuso da più di 50 anni, utilizzata dalla Caritas parrocchiale per stoccare viveri e vestiari, ma con grandi locali e superfici da poterne studiare un uso più consono e attuale.
Se poi allarghiamo lo sguardo alla sala teatro, sarebbe davvero ora di metterci mano. E per poterlo fare, prima di tutto, bisogna stabilirne la destinazione d’uso, perchè è ciò che permette una più feconda opera di ristrutturazione. Non solo: se dovesse diventare di uso comune, sarebbe interessante prevedere un gruppo di persone che se ne facessero carico nella gestione.
Dovremmo altresì dire che San Giuseppe, terminata da anni, ha ancora qualche “anomalia” circa l’umidità che da anni ha intriso i muri e abbisogna ancora di qualche ritocco. Il portone, non da meno.
Se poi lo sguardo diventasse più acuto, ci accorgeremmo dei piccoli e grandi segni di usura dei diversi ambienti che richiedono una manutenzione straordinaria. Un po’ come in una famiglia, che si prende cura della propria casa.
Ma lo sappiamo: tutto non si può fare. La teoria vincente è quella dei piccoli passi. E, devo dire, di passi ne abbiamo già fatti molti, e anche di discreta misura: la torre campanaria e San Giuseppe sono passi da gigante.
Quindi? Che fare ancora? Ma soprattutto perchè fare ancora?
(SCARICA QUI il foglio riassuntivo di quanto segue)
BONUS FACCIATE E PRONAO
L’occasione ci si è presentata, a dire il vero colta con un po’ di ritardo, attraverso quella particolare forma di beneficio, inserito nella legge di bilancio italiana di alcuni anni fa, chiamato “BONUS FACCIATE”. Abbiamo ristrutturato il campanile e la casa annessa. E’ un’opportunità per completare l’esterno della nostra chiesa.
Molti conoscono il “BONUS 110%” per il risparmio energetico: lo vediamo “in corso d’opera” in molti immobili del paese.
Il “BONUS FACCIATE” ha lo stesso criterio, si applica anche a immobili come la chiesa parrocchiale (ad esclusione del “cappotto” perchè è un bene vincolato) ed ha una percentuale di favore pari al 90%. Cosa significa? Lo Stato si accolla l’importo dei lavori per il 90% del costo. Così, l’importo per il rifacimento delle facciate della nostra chiesa è di € 167.540,50, a noi spetterà il pagamento di € 16.754,05. Un grande vantaggio, vero? Per essere più completi, va aggiunto anche una quota riguardante gli oneri finanziari sulla quota rimanente (167.540,50 – 16.754,05 = 150.786,45). Gli oneri finanziari sono pari al 22,50 % di € 150.786,45, cioè € 33.926,95.
In totale quindi, alla parrocchia, per il restauro delle facciate il costo è di € 50.681,00.
E il pronao? E’ alla vista di tutti: la copertura del “portico” della chiesa è ormai ammalorata a tal punto da non poter subire alcun restauro. Va interamente sostituita. Ecco un altro lavoro che può essere effettuato in concomitanza con le facciate perchè inserito nella stessa autorizzazione della Soprintendenza, autorizzazione necessaria per il bene vincolato che è la parrocchia. L’importo per questo lavoro è di € 15.194,42.
Proviamo a sommare: tra facciate e pronao, la parrocchia ha un costo di € 65.875,42.
Le casse della parrocchia consentono in parte la realizzazione dei lavori indicati, per i quali abbiamo ricevuto regolare autorizzazione dalla Curia Arcivescovile. Ma se dovessimo dare fondo ai risparmi, ci troveremmo a non poter affrontare le spese ordinarie (le utenze, che nei mesi invernali lievitano a circa € 2.500,00 / 3.000,00 al mese) e quelle relative alla vita della comunità (la carità, i cammini di catechesi, la liturgia…).
Per questo chiediamo ancora un’offerta libera. In questo caso l’offerta avrà il vantaggio della deducibilità o detraibilità, sia per le aziende che per i privati. Per questo è necessario rivolgersi al parroco e recarsi in ufficio parrocchiale per la compilazione della documentazione redatta dalla Soprintendenza e l’offerta può essere fatta solo con bonifico bancario o assegno.
ORATORIO: CAMPO SINTETICO E PORTICO
Direi, in verità, che quanto scritto sopra potrebbe bastare (e avanzare)… se arriviamo a coprire l’intera spesa, possiamo dirci soddisfatti e chiudere definitivamente i lavori riguardanti la chiesa parrocchiale (il resto sarà per un futuro remoto…).
Se però diamo uno sguardo all’oratorio, due mi sembrano le possibilità di intervento. La prima è il campo sintetico di calcetto. Con i suoi oltre 25 anni di onorata attività, possiamo dichiararlo definitivamente “terminato”. Per offrire la possibilità ai ragazzi di usufruirne al meglio, considerando anche l’insicurezza nel gioco sull’attuale campo, è necessaria la posa di un nuovo manto di erba sintetica. Fatto il preventivo da una ditta specializzata, il costo complessivo è di € 21.960,00. Da considerare che la rimozione e lo smaltimento dell’attuale manto di copertura è “fatto in casa” e quindi ci fa risparmiare ulteriori costi.
Da ultimo, non da poco, dobbiamo considerare l’area antistante il bar. Le tre piante in continua crescita stanno letteralmente sollevando gli autobloccanti del passaggio da renderlo effettivamente pericoloso. Si può però ovviare alla cosa, rimuovendo gli autobloccanti e tagliando le grosse radici sottostanti. Ma l’aspetto più preoccupante riguarda la cinta a confine con una proprietà privata: a occhio nudo si rileva chiaramente uno spostamento della stessa. Non è pericolante ma è indubbio il fatto che gli alberi con le loro radici, potrebbero provocare la sua caduta.
Dispiace sempre “abbattere”… ma non abbiamo alternativa. Potremmo fermarci qui ma come resistere al caldo torrido dell’estate, senza alcuna zona d’ombra? Ecco allora l’ipotesi – è per ora solo un’ipotesi – della costruzione di un porticato che chiuda tutta l’area (la fotografia è solo indicativa). Come verrà fatto questo porticato è ancora in fase di studio: una costruzione nuova prevede permessi pubblici e l’apertura di un cantiere vero e proprio (fondazioni, plinti in calcestruzzo…). La realizzazione di una copertura simile al tendone che abbiamo utilizzato per diversi anni è più agile e non richiede molti passaggi burocratici. Ipotizzando la seconda opzione, il costo complessivo si aggira intorno a € 22.000,00.
Per questi due lavori in cantiere, che non necessitano di un’autorizzazione della Soprintendenza, i privati possono fare offerte libere, mentre le aziende (soggetti titolari di reddito di impresa) possono ancora beneficiare della deducibilità fiscale nella misura prevista dalla legge.
Ecco: questo è tutto! Direi proprio di si. Gli anni che verranno dovranno essere necessariamente “economici” per poter risparmiare nella forma ordinaria, custodendo le offerte che via via raccogliamo, per affrontare in un futuro non prossimo altre necessarie opere.
Sperando che gli “imprevisti” ci lascino stare per un po’…
Pubblicato il 6 Novembre 2021