IL “VECCHIO” E IL “NUOVO”

IL “VECCHIO” E IL “NUOVO”

Occhi attoniti e sgranati di perplessità si sono fermati qualche settimana fa all’ingresso dell’oratorio, alla vista dei tigli abbattuti. Contando approssimativamente gli anelli, segno dell’invecchiamento, il primo ne conteneva circa 60/65. I più longevi, con ampia memoria storica, riferivano che nel luogo della sua crescita sorgevano le vecchie “latrine”, nutrimento assicurato.

Usciamo dal racconto e recuperiamo il contesto. I tre tigli sorgevano in uno spazio ristretto, tra l’oratorio e il muro di recinzione di un’altra proprietà. La loro naturale crescita, già da alcuni anni, dava segnali che meritavano attenzione: gli autobloccanti sospinti dalle grosse radici iniziavano ad alzarsi, creando infelici sbalzi e pericolosi inciampi; il muro di cinta, seppur impercettibilmente, inizava piegarsi verso il lato dell’altra proprietà (considerando anche che il piano di calpestio è più basso di circa 40/60 cm); si rendeva anche ormai necessaria una potatura  ad anni alterni per impedire, vista l’altezza, l’intoppo causato dalle foglie dei canali di scarico delle acque… Insomma: la necessità e la sicurezza hanno prevalso sulla memoria e sulla nostalgia. 

«Prima il salone, poi la cappellina, adesso le piante… ma che cosa sta succedendo al nostro oratorio? Non lo riconosco più!»

Si, è diverso. Ma del resto anche noi siamo diversi rispetto a 60 anni fa (l’età del tiglio  più vecchio): qualcuno che era presente quando l’hanno piantato non c’è più, ma anche noi che siamo oggi presenti non ci vestiamo più come quei tempi, non usiamo più auto d’epoca (se non per collezione), non comunichiamo più con i “segnali di fumo”… 

L’eterno rapporto tra il «vecchio» e il «nuovo» si ripropone ogni volta, anche quando si taglia una pianta “secolare”,  perchè il vivere e l’abitare hanno bisogno di processi e modifiche – non solo freddi cambiamenti – per corrispondere con più efficacia al nostro presente.

E’ il coraggio evangelico: «Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche» (Mt 13,52)

Pubblicato il 17 Marzo 2022