IL SALTO DELLA FEDE

IL SALTO DELLA FEDE

L’immagine è eloquente: la croce è lo sfondo, l’unico che può garantire efficacia al salto. Che dalla nostra posizione sembrerebbe un salto nel vuoto ma lo sfondo ci rivela che è l’evento cristiano – morte e resurrezione di Gesù – a rendere possibile il grande salto.

Da questa considerazione ho pensato a ciò che stiamo vivendo, a questo presente complesso, che chiede ancora moltissime energie per un tempo ancora prolungato di discernimento che non per scelte immediate ed emotivamente connotate. 

Alzare lo sguardo ovvero #IONONRESTOINCASA

La prima riflessione che ho fatto attinge a una percezione molto personale. Lo slogan di due anni fa, motivato da una necessaria cura per se e per gli altri, oggi non lo sentiamo più ma pare non si sia allontanato dall’immaginario collettivo. Ogni volta che celebro l’Eucaristia, come è mia consuetudine, lo sguardo si muove da una parte all’altra, non per segnare le “presenze” (non ho memoria, lo sapete) bensì per lasciarmi guidare dalla domanda fondamentale: “Come posso comunicare la gioia del vangelo a questa comunità credente che oggi con me celebra l’Eucaristia?”. 

E’ il primo invito che rivolgo a chi legge, ai quali chiedo di diffondere questo invito (è un altro modo di dire “testimonianza”). Riprendiamo a vivere la presenza nella comunità credente. Trasformiamo il Tempo di Quaresima che ci attende, in un’occasione per riprendere la rotta, mai persa per la verità, ma offuscata e indebolita dalle circostanze del tempo. Il calendario è in realtà un invito. I cammini di catechesi, insieme alla liturgia, alla preghiera, ai sacramenti, sono espressioni concrete dell’amore di Dio e della nostra risposta.

Così si è rivolto un educatore ai suoi giovani, con un messaggio di WhatsApp: «Ciao, questa settimana inizia la Quaresima, il periodo che dà senso al nostro essere cristiani, in cui l’amore vince la morte. Questa è la nostra bella notizia! Questo è il Vangelo! In preghiera vi invito a trovare un momento per dialogare con Dio. Siete impauriti? Arrabbiati con Lui? Disorientati? Chiediamogli di cambiare il cuore dell’uomo».

#IORESTOACASA: e ci siamo accomodati sul divano, tra social, giochi on line, TV e – forse – qualche buon libro per proteggere noi e gli altri, magari lamentandoci per le limitazioni sociali. Ora possiamo ritornare a vivere il vangelo ”in presenza” (”in TV” è un altra cosa), perché noi crediamo in un Dio che si è fatto carne, uomo tra gli uomini, che ha assunto la relazione come strumento privilegiato dell’incontro.

Oltre le nuvole ovvero #CORAGGIO

Se questa parola la leggessero i ragazzi che hanno vissuto il campeggio a Degioz lo scorso luglio, si ricorderebbero di Claudio. In ogni occasione – stanchezza del cammino, sconfitta nel gioco, fatica dei servizi da compiere – invitava ciascuno, senza troppe spiegazioni o dimostrazioni, a vedere le cose con uno sguardo incoraggiante, ed esclamava: “Coraggio!” e lo faceva con tale convinzione che quando ancora lo vedono per la strada lo chiamano così («Ciaooo Coraggio!!»).

Il tempo che ci aspetta, sia tempo di coraggio. La proposta che la FOM propone per il cammino quaresimale dei ragazzi e degli adolescenti è spiegato con queste parole: «Sarà una Quaresima che ci porterà a cambiare la tristezza in gioia, perché è questo il senso del cammino che ci fa accogliere il dono della Pasqua! La gioia vera è frutto dell’amore – ne siamo convinti – per questo chiederemo a ragazzi e ragazze di esercitarsi nelle tre dimensioni dell’amore: “ama Dio, ama gli altri, ama te stesso”». Per cambiare la tristezza in gioia ci vuole coraggio. Ancora di più: per trasformare l’impigrimento che la pandemia ha generato – lo dobbiamo riconoscere –  ci vuole coraggio. 

Non lasciamoci condizionare dai risultati: rafforziamo la nostra testimonianza cristiana, invitiamo i bambini, i ragazzi, le famiglie a vivere i sacramenti della nostra fede

Non lasciamo che gli eventi distruggano l’avvenire: contagiamo i cuori di speranza, anzitutto visibile in chi crede e non cede il passo alla rinuncia

Non lasciamoci depistare dai cambiamenti: percorriamo e sperimentiamo vie nuove, insieme e mai da soli, aiutando chi fa fatica a tenere il passo, non perché ne sappiamo più degli altri bensì per ciò che ci accomuna.

Cosa sarà il futuro? Non è la domanda giusta… 

Come voglio che sia questo presente? Questa è la domanda che ci permette di compiere il salto della fede… all’ombra della croce…

Pubblicato il 19 Marzo 2022